Franco Enna Cannarozzo
Compagni
Io sono colui
che tra gli uomini cerca
compagni
d’una fede chiara
che spezzi il mio pane
a quei sette che hanno fame.
Io sono colui
che tra i giusti cerca
compagni
d’una fede nuova
come la bocca dei buoni
che ceda parte del ceppo mio
a quei cento che hanno freddo.
Io sono colui
che tra i vivi cerca compagni
d’una fede folle
che porti una canzone
di pace
a quei mille che hanno gli occhi
pieni di terra.
Io sono colui
che gli uomini sogna
compagni
serrati alla fiamma del cuore
in questo bivacco
fugace
perché sia dopo più dolce
l’ultima pace.

Franco Enna (nato a Castrogiovanni il 16 settembre 1921) aveva da poco varcato la soglia dei vent’anni quando abbandonò la Sicilia, sua terra d’origine, per intraprendere all’estero un’avventura letteraria destinata a durare quasi mezzo secolo.
Ammaliato dal fascino della Svizzera italiana, tranquilla, ospitale, aperta alla confluenza delle più disparate sollecitazioni culturali, nell’immediato dopoguerra lo scrittore fissò la sua dimora a Lugano. E tra i “lacustri silenzi” della città elvetica, celebrati in una delle sue liriche più belle, si è spento il 19 luglio del 1990.
Narratore, poeta, drammaturgo, autore di apprezzate sceneggiature cinematografiche e televisive, Enna ha acquistato notorietà con l’intensa produzione di crime stories che gli hanno procurato l’appellativo di “Simenon italiano”.
Gisella Padovani, Franco Enna, Papiro Editrice, 1995, Enna

Associazione Occhio Lungo
La nostra associazione ha come obiettivo la diffusione e la valorizzazione delle opere letterarie di Franco Enna Cannarozzo e la creazione di un premio letterario a suo nome. Contattaci qui: info@occhiolungo.ch
Dall’intervento nell’ambito della IX edizione del Festival di Poesia Paolo Prestigiacomo, agosto 2022, San Mauro Castelverde
Sono caduti distrutti: la sconfitta esistenziale nella poesia di Franco Enna Cannarozzo
“Nella sua poesia Franco si pone spesso testimone della sconfitta dell’essere umano in quanto tale, del suo fallimento a mantenere in vita gli ideali che dell’umanità dovrebbero essere fondamento. Vede nel mondo che lo circonda gli effetti di questa devastazione, e quando rivolge lo sguardo all’interno vede che lui stesso non ne è immune. Allora a tratti la sconfitta diviene resa, a volte quasi amara speranza.”
Fotografie di Corrado Cannarozzo